Pagamento traduzioni a parola, a cartella a riga...
Thread poster: Giuliana Buscaglione
Giuliana Buscaglione
Giuliana Buscaglione  Identity Verified
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Oct 25, 2001

Sarà forse perché io ho sempre lavorato \"a riga\", ma questo è per me il metodo di pagamento più adatto alla mia tasca e, credo, anche per chi fa tradurre un testo. Non riesco a valutare il mio lavoro a parola perché ogni riga ne contiene un numero diverso e perché in fin dei conti, se guardiamo la \"pagina finita\" come insieme, è comunque un insieme di segni o battute, spazi compresi. La cartella mi sembra una \"camicia di forza\" che ti fanno calzare ad ogni costo e che lascia anche p... See more
Sarà forse perché io ho sempre lavorato \"a riga\", ma questo è per me il metodo di pagamento più adatto alla mia tasca e, credo, anche per chi fa tradurre un testo. Non riesco a valutare il mio lavoro a parola perché ogni riga ne contiene un numero diverso e perché in fin dei conti, se guardiamo la \"pagina finita\" come insieme, è comunque un insieme di segni o battute, spazi compresi. La cartella mi sembra una \"camicia di forza\" che ti fanno calzare ad ogni costo e che lascia anche poco spazio ad una buona formattazione e layout del testo finito senza coinvolgere una serie incredibile di calcoli algebrici per far rientrare le risultanti 50 pagine nelle effettive, diciamo, 39 cartelle o giù di lì. Di recente ho dovuto elaborarmi un metodo casalingo per calcolare, in base a quello che è la mia tariffa a riga, quello che sarebbe per una parola... sebbene mi sia basata su una serie di \"assumptions\" internazionali riguardo al numero di parole che dovrebbero esser contenute in una pagina e abbia convertito il tutto con una bella equazione, con la parola ho sempre l\'impressione che chi ci guadagna sia proprio il \"mandante\", viste anche le tariffe miserrime che circolano a livello internazionale.. e qui \"me la prendo\" anche con certi \"traduttori al ribasso\", perché d\'accordo che il mercato fa il prezzo e la grande offerta fa abbassare il prezzo, ma è anche vero che se non ci fosse nessuno disposto a lavorare sotto una certa \"soglia di dolore\", le tariffe sarebbero a livelli migliori, con le dovute diversità nazionali e regionali in base per esteso al reddito e al costo della vita. In fin dei conti, il nostro studio è costato una marea di soldoni e non vedo perché debba essere peggio pagato della sola telefonata all\'idraulico.. tutte le volte che ho dovuto chiamare l\'idraulico o l\'elettricista, dopo aver letto il conto da capogiro per le due o tre misere ore di lavoro, comprensivo del costo-chiamata, uscita straordinaria (???), ore-lavoro, trasferta, ecc., mi sono ritrovata a pentirmi di non aver imboccato tale professione!



Capisco che in certi casi il pagamento a parola sia più equo (numero delle parole da tradurre inferiore al 50% del testo totale), ma per il resto....



Mi piacerebbe sapere chi ha la sensazione che il pagamento a parola oppure quello a cartella sia migliore e per quali ragioni personali...



Giuliana
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CLS Lexi-tech
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cartella a caratteri, non parole Oct 25, 2001

non posso esserti di aiuto perche\' nella maggior parte dei casi fatturo a parola ai clienti canadesi (qui si fattura cosi\').

I piu\' rari clienti italiani mi chiedono di fatturare a cartella, misurata a caratteri (2000 caratteri, contati con Word).

Ti segnalo il Tariffometro di Simon Turner, benemerito langitiano e biblitian
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non posso esserti di aiuto perche\' nella maggior parte dei casi fatturo a parola ai clienti canadesi (qui si fattura cosi\').

I piu\' rari clienti italiani mi chiedono di fatturare a cartella, misurata a caratteri (2000 caratteri, contati con Word).

Ti segnalo il Tariffometro di Simon Turner, benemerito langitiano e biblitiano, presso questo sito:

http://www.turner.it/tariffometro.htm

per avere un\'idea molto ragionata delle tariffe (medie, alte e basse) praticate in Italia ed in altri paesi.



buon lavoro



paola l m

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Giuliana Buscaglione
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"cartelline", "righine", "paroline" Oct 26, 2001

Ciao Paola,



è proprio vero che chi ha un\'agenda molto fitta d\'impegni riesce sempre a racimolare ancora tempo per altre attività ...



Non ero a caccia d\'aiuto in senso stretto, perché io mi sono ormai elaborata una \"filosofia di lavoro\", frutto del \"crescere\" (sbagli compresi )in questa attività, che applico quando devo decidere se accettare un lavor
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Ciao Paola,



è proprio vero che chi ha un\'agenda molto fitta d\'impegni riesce sempre a racimolare ancora tempo per altre attività ...



Non ero a caccia d\'aiuto in senso stretto, perché io mi sono ormai elaborata una \"filosofia di lavoro\", frutto del \"crescere\" (sbagli compresi )in questa attività, che applico quando devo decidere se accettare un lavoro o no. Ero semplicemente curiosa di sapere quali fossero le sensazioni altrui e fondate su quali argomenti. Ti ringrazio per il sito, mi sono andata a leggere i documenti riportati e mi sono accorta che molte cose che io davo per scontate, qui dall\'Austria, non lo sono affatto in altri Paesi e alcune mie sensazioni hanno trovato, ahimé, conferma. Prima di tutto, io davo per scontato che \"riga\" significasse \"numero totale delle battute (compresi gli spazi, perché anche quelli sono battute o \"impegno\" del traduttore) diviso un fisso di 55 battute, invece c\'è qualcuno che \"vuol (o riesce a ) fare il furbo\": ovviamente (per lo meno per me, chiedo venia), io intendevo una riga frutto matematico del calcolo di cui sopra. Con questo sistema non mi debbo preoccupare di far stare per forza un tot numero di battute in una riga, lo stesso è corretto nei miei confronti e in quelli del cliente... così vedo io la cosa, per lo meno. Sempre facendo considerazioni su ciò riportato nel sito che mi hai suggerito, ne concludo che la definizione di \"cartella\" colà considerata, in fin dei conti usa lo stesso mio modello matematico per giungere alla sua definizione, il che modifica il mio concetto di \"cartella\" (e la sua valutazione) in positivo. Quanto alla \"parola\", la mia sensazione di \"inequità\" è confermata fin dalle prime parole, e non credo sia una coincidenza che il tipo di pagamento a parola sia il primo ad essere citato, anzi, sia proprio citato per primo, proprio perché il più \"spinoso\" e \"doloroso per le nostre tasche\".



A parte la scelta del tipo di calcolo, un\'altra questione di tutto rispetto sarebbe l\'entità (in soldoni) della tariffa che, comunque, potrebbe essere alta, ma non riuscire a \"coprire\" l\'impegno prestato nel tradurre un testo, se il metodo scelto dovesse essere svantaggioso per il traduttore.



Per ora rimango della mia idea, cioè che la \"parola\" sia la forma di pagamento più discriminante, meno redditizia ed equa per l\'impegno del traduttore, a meno che si tratti di parole \"trite e ritrite\" per testi che riportano fondamentalmente sempre gli stessi termini, ma qui compare il Trados ad accorciare i tempi del traduttore, diminuendone quindi l\'impegno e perciò rendendo accettabile il pagamento a parola, sempre che ci si preoccupi di stabilire a priori con il cliente che fino al 50% di testo da tradurre si applichi, in sostituzione della \"parola\" , la \"riga\" (o la \"cartella\", per chi lavora così) visto che comunque si debbono \"cercare\" le parole da tradurre in questo caso e questo presuppone il passare del tempo (= tempo \"perso\" che non verrebbe altrimenti onorato).



Altri argomenti, impressioni e considerazioni?



Buon lavoro a te e a tutti,



Giuliana
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FrancescoP
FrancescoP  Identity Verified
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Tariffa a parola dal testo di partenza Nov 3, 2001

Personalmente, preferisco essere pagato in base ad una tariffa calcolata in base al numero di parole del testo di partenza. Mi sembra il sistema migliore. Anche perché in questo modo sia il cliente sia il traduttore sono in grado di fare un preventivo preciso, visto che molte volte i testi nel passaggio da una lingua ad un\'altra lievitano... o si restringono...



Il conteggio a parola è quello più diffuso nel mondo anglosassone. Quello a riga è diffuso soprattutto in Germ
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Personalmente, preferisco essere pagato in base ad una tariffa calcolata in base al numero di parole del testo di partenza. Mi sembra il sistema migliore. Anche perché in questo modo sia il cliente sia il traduttore sono in grado di fare un preventivo preciso, visto che molte volte i testi nel passaggio da una lingua ad un\'altra lievitano... o si restringono...



Il conteggio a parola è quello più diffuso nel mondo anglosassone. Quello a riga è diffuso soprattutto in Germania e Austria, quello a cartella in Italia.



Come al solito noi italiani abbiamo il metodo peggiore. Anche perché per convenzione, una cartella si fa corrispondere a 1500 battute (dunque, spazi inclusi). C\'è da dire che da qualche tempo, mi pare, quelli dell\'AITI, siccome non hanno niente di meglio da fare, hanno modificato tale convensione portando il numero di battute a 1300. Che bello, meno male che ci sono loro a proteggere i nostri interessi, adesso si che possiamo finalmente diventare ricchi... eh eh eh. Ora sì che si guadagna bene... Ma che vadano a coltivare i campi, se ne sono capaci...



Scusate questa breve digressione. Per tornare al discorso delle cartelle, la storia non finisce mica qui. Perché poi ci sono anche le \"cartelle editoriali\", le case editrici sono composte per lo più da furfanti, che per convenzione sono di 1800 o 2000 battute. Se incontrate un editore, sputategli in un occhio. Perché sono dei ladroni. E non parlo di piccole case editrici, ma di tutte, comprese le maggiori. Anzi, più sono grandi è più sono pidocchiose.



Riepilogando, in italia esiste la cartella e la cartella editoriale.



In oriente invece il metodo di contare è ancora diverso. Le lingue a due bit (per intenderci, gli ideogrammi) hanno un metodo ancora più complicato poiché, per scrivere una parola al pc in cinese o in giapponese si segue una procedura completamente diversa da quella che normalmente seguiamo noi. Ma forse queste cose non interessano in questo momento e non vi annoierò oltre.



Venendo al nocciolo della questione tariffe, trovo veramente riduttivo sentire sempre parlare di tariffe a parola, riga, cartella ecc. Mi sembra che il punto non sia questo. In fondo, si parla solo di una convenzione. Il nocciolo, semmai, è quello dei compensi.



Noi vogliamo essere pagati bene. Poco importa se a riga, cartella, pagina, parola o a peso. Ma siamo in tanti, forse in troppi, dicono alcuni.



Il mercato è pieno di ogni sorta di animalone che conosce due lingue. Andiamo dalla fidanzata americana di turno, al cugino emigrato in australia, allo \"studentello\" al decimo anno fuori corso che per sopravvivere si mette a tradurre. Tutti sembrano voler \"fare\" traduzioni. Naturalmente per un tozzo di pane.



Ma provate ad andare da un falegname e commissionargli la costruzione di una mensolina per la cucina. Per un lavoro di mezza giornata vi farà attendere sei mesi e se lo farà pagare tanto oro quanto pesa. O provate a fare un indagine, nella vostra città, del compenso che chiede un parquettista per montare un parquet. Prendete le pagine gialle, e telefonate a dieci di loro. Ci scommetto la testa che vi diranno tutti più o meno la stessa cosa.



Allora qual è il punto. Il punto non è che il mercato va male perché ci sono le fidanzate americane, le cugine tedesche ecc. che \"fanno\" le traduzioni. Tanto, in questo campo, se sei bravo vai avanti altrimenti non ti chiamano più. Arrivederci e grazie.



Il punto è piuttosto, che tutti coloro i quali si avvicinano alla professione, sono quasi sempre persone colte o, se non altro, hanno una cultura umanistica.



Questo è il guaio. Non siamo capaci di mercanteggiare, di tirare sui prezzi, di spuntare le condizioni più vantaggiose per noi. Perché ciò non appartiene alla nostra cultura, alla nostra formazione.



Veniamo dall\'Università italiana, dove abbiamo imparato cosa significhi il sacrificio, lo studio, la preparazione degli esami. Quante nottate, a preparare gli esami, e quante nottate ora, a lavorare sulle traduzioni...



Quindi, grumiri a parte, dovremmo noi tutti imparare a mercanteggiare. Fare come fanno gli artigiani, in fondo siamo degli artigiani anche noi, o no? Troppo caro? Arrivederci e grazie. Mi piace pensare ai traduttori come a degli artigiani della parola.



Ma, come i campioni di nuoto, abbiamo dei limiti fisici oltre i quali non possiamo andare. Più di un tot di parole al giorno non possiamo tradurre, per quanto bravi diventiamo. Anche se un traduttore fosse capace di tradurre mentre legge, come per i dattilografi oltre 50 parole al minuto è fisicamente impossibile andare.



Quindi la nostra capacità di produrre reddito è limitata da un fattore fisico molto banale.



È per questo che dovremmo chiedere compensi più alti. Proprio per superare questo ostacolo \"fisico\", che ci impedisce di aumentare la quantità del prodotto. Non è, come dire, più vendi più guadagni, perché c\'è un limite.



Per finire, la questione delle tariffe in base al costo della vita del paese in cui vivi. Stronzate. Noi dovremmo applicare alle agenzie italiane gli stessi prezzi che applichiamo a quelle americane. Tanto il cliente che le commissiona è pur sempre un americano. O no? Non è come dire, il lavoro l\'ha commissionato la Fiat, siamo in italia, adattiamoci. Se il cliente è Microsoft, l\'agenzia italiana può pagarmi le stesse tariffe di quella americana. Se poi l\'agenzia italiana fa alla Microsoft dei prezzi stracciati, questa può essere considerata solo concorrenza sleale.



Io non sono arrabbiato con le agenzie italiane, anzi, so a quali e quante difficoltà vanno incontro e sono felice che esistano. Però anche loro si devono svegliare, le gare di appalto non si vincono perché il traduttore ti costa meno, ma perché offri un servizio migliore allo stesso prezzo della concorrenza.



Conclusioni:



stendiamo una volta per tutte un velo pietoso su questioni di cartella, riga, pagina parola ecc.



Facciamo come gli artigiani, fondiamo una categoria, scendiamo in piazza, facciamoci riconoscere dal governo, troviamo un referente istituzionale serio e credibile.



Approfitiamo di Proz, siamo in tanti, potremmo farcela.



Immaginate per un giorno uno sciopero degli interpreti e dei traduttori. Tribunali fermi, politici senza interpreti tutto si fermerebbe. Allora sì che sarebbe un bel salto di qualità. Immaginate che i localizzatori software scioperassero. Il lancio di XP in Italia dovrebbe essere ritardato. Perdita economica enorme. Allora sì che saremmo ascoltati.



Immaginate che nessuno voglia più tradurre una riga, che farebbero, senza di noi?



Immaginate una manifestazione a livello mondiale dei traduttori, quanti siamo? Tanti, se poi ci mettiamo anche la fiddanzata americana di turno o il cugino che è stato in viaggio di nozze a Parigi... eh eh eh.



Quanti sono i membri di Proz? Immaginate una catena umana, simbolica, uno scipero bianco ad oltranza.



Sì sì lo so, siamo infestati da grumiri. Ma proviamoci, in fondo cosa ci costa.



Il punto è questo: non siamo una categoria. Se lo fossimo, la musica sarebbe ben altra.



E per quello che mi è dato di sapere, i diritti si conquistano lottando.



So Long!

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Giuliana Buscaglione
Giuliana Buscaglione  Identity Verified
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Nov 3, 2001

Francesco,



la questione della \"categoria\" è un \"nodo\" (più che altro una \"spina\") in gola ai traduttori da sempre, credo, per lo meno dai miei lontani anni alla Scuola Superiore Interpreti, cioè 1980: già allora una mia insegnante-traduttrice faceva faville per la mancanza di una migliore organizzazione.. il tempo è passato, ma non è cambiato molto, purtroppo.

È vero che la scelta di come pagare è una convenzione e che il \"succo\" sarebbe la tariffa
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Francesco,



la questione della \"categoria\" è un \"nodo\" (più che altro una \"spina\") in gola ai traduttori da sempre, credo, per lo meno dai miei lontani anni alla Scuola Superiore Interpreti, cioè 1980: già allora una mia insegnante-traduttrice faceva faville per la mancanza di una migliore organizzazione.. il tempo è passato, ma non è cambiato molto, purtroppo.

È vero che la scelta di come pagare è una convenzione e che il \"succo\" sarebbe la tariffa che dovrebbe essere in partenza buona: io cercavo di capire quale fosse la più conveniente per il traduttore e sinceramente non avevo considerato il \"problema\" delle lingue orientali... la Tua citazione mi ha fatto giungere alla conclusione che ogni lingua, o per lo meno ogni gruppo di lingue \"meriterebbe\" un metodo diverso di pagamento, se si vuole \"onorare\" le fatiche del traduttore.



È vero che i testi lievitano in alcune lingue, ma non credi che questa lievitazione significa anche lavoro extra per il traduttore? Io lavoro soprattutto dal tedesco all\'italiano e non potrei (forse perché sono cresciuta in una cultura diversa dalla parola e dalla cartella) permettermi di presentare un preventivo in base alle parole in tedesco, perché la lingua tedesca è, per esempio, zeppa di parole composte che in italiano diventano poi tre per forza, altrimenti correrei il rischio di rimaner \"sottopagata\", né tanto potrei fare un \"circa meno quasi\" dove avrei la sensazione di imputare più di quanto in realtà farei.



L\'esempio del falegname si equipara al mio dell\'idraulico Eppure abbiamo investito tanti bei soldoni nell\'istruzione e nella formazione... ma ciò sembra non aver peso, in un mondo fatto di produttività e non di ore-\"lavoro-intellettuale\".



La Tua proposta di \"far sciopero\" mi affascina, ma come al solito non saremmo capaci di metterci tutti d\'accordo e di farlo ad oltranza come gli operai metalmeccanici, anche perché coloro che \"arrancano\" coglierebbero l\'occasione al volo per \"sminuire\" (senza averne l\'intenzione) l\'effetto sciopero e aggiudicarsi un lavoro.



Situazione triste, possibilità di far qualcosa solo a livello personale e \"pagandone\" le conseguenze: io ho una cosiddetta \"soglia di dolore\", al di sotto della quale rifiuto un lavoro, perché ritengo che quell\'ulteriore lavoro non coprirebbe le mie spese e il mio impegno/lavoro... le conseguenze sono meno lavori... non so però se, alla fine dei conti, anche meno soldi in tasca... più lavori a minor prezzo non è forse uguale (o quasi) a meno lavori a maggior prezzo? Certo molti non si possono permettere di scegliere o pensano di non poterselo permettere... questione forse anche di mentalità e cultura diversa?



Mah...



Giuliana
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FrancescoP
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Parole Nov 5, 2001

Sì, capisco il tuo problema. Anche mia sorella traduce dal tedesco. Una volta su un cartello pubblicitario a Berlino ho visto una parola che era lunga un chilometro. Mi divertivo a farla pronunciare ai miei amici tedeschi. A me mi si attorcigliava la lingua dopo la decima sillaba, eh eh eh.



Comunque ti dico: la differenza è irrisoria, non sono le due o tre cartelle in più o in meno che ti cambiano la vita. Bisogna applicare delle tariffe dignitose e basta. Personalmente,
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Sì, capisco il tuo problema. Anche mia sorella traduce dal tedesco. Una volta su un cartello pubblicitario a Berlino ho visto una parola che era lunga un chilometro. Mi divertivo a farla pronunciare ai miei amici tedeschi. A me mi si attorcigliava la lingua dopo la decima sillaba, eh eh eh.



Comunque ti dico: la differenza è irrisoria, non sono le due o tre cartelle in più o in meno che ti cambiano la vita. Bisogna applicare delle tariffe dignitose e basta. Personalmente, a me non fa fatica muovere le dita o il pollicione per digitare uno spazio. La fatica la fa la mia testa!



Nel nostro lavoro poi, a volte capita che magari ti riesce di tradurre 20 cartelle in un giorno e altre, invece, una riga in un\'ora... Come fai a sapere a cosa vai incontro? Sinceramente io non ci riesco, solo una volta completato il lavoro posso dire se è stato facile o meno.



Secondo me noi dobbiamo imparare a mercanteggiare di più con le agenzie. Tutto qui. Certo, se loro vedono che i traduttori accettano lavori a 20 mila lire a cartella, fanno i loro preventivi ai clienti caricandoci sopra il loro guadagno e via. Ma se vedessero che i traduttori lavorano per non meno di 30, partirebbero da quella base. Non sono le agenzie ad affamare i traduttori. A loro cosa gli importa? Loro creano valore aggiunto. Almeno io la penso così. Ma non tocca a loro lottare per ottenere prezzi più alti dai clienti finali. O no? Sta a noi creare una base, sulla quale poi le agenzie ricaricano il loro guadagno.



Insomma, delle traduzioni ci sarà sempre bisogno e non è che la Fiat o Microsoft traducono i testi perché tanto costa poco. Lo fanno perché sono costretti a farlo. Perciò se le agenzie vedessero che, di traduttori a 25 mila lire a cartella non se ne trovano, se loro vogliono guadagnarci il 50 percento almeno, tutto quello che dovrebbero fare è 30 + 30. Uguale: 60. Trenta al traduttore e trenta a loro. Punto.





Non dobbiamo avere paura di perdere il lavoro. Perché tanto gira e rigira, sotto questi ponti devono passare. Perso un cliente te ne fai un altro.



Adoro questo lavoro perché l\'unica cosa che conta è la puntualità, la serietà e la correttezza. La perfezione è un traguardo a cui si può solo aspirare. Nessuno può veramente considerarsi bravo. Prima o poi prenderemo tutti una cantonata. Una giornata storta capita a tutti. Nel nostro lavoro è così. Le traduzioni non sono mai perfette, sono sempre migliorabili.



Questi che traducono per due lire, vorrei vedere che lavoro fanno. E come fanno a sopravvivere? Fanno i traduttori per un mese o due e poi? Se l\'agenzia deve pagare un revisore che gli riscrive il testo da cima a fondo, quanto le resta in tasca? Si affiderà di nuovo al traduttore che fa il prezzo più basso? Oppure non le converrà pagare di più e essere tranquilla che il cliente non le rompa le scatole?

[ This Message was edited by: on 2001-11-05 10:15 ]
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Fabio Salsi
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Cartelle o parole? bisogna fare bene i conti Nov 16, 2001

Salve a tutti! A mio avviso non c\'e\' alcuna differenza ad essere pagati a cartelle o parole o righe. L\'importante è fare bene i conti perché le conversioni da un\'unità di misura all\'altra non sono semplici. Sicuramente riga o cartelle sono più precisi perché quello che si misura è in realtà il numero di caratteri/battute, mentre la misurazione a parole può dare risultati molto diversi, ci sono infatti più parole in 1500 battute di un testo francese che in 1500 battute di un testo t... See more
Salve a tutti! A mio avviso non c\'e\' alcuna differenza ad essere pagati a cartelle o parole o righe. L\'importante è fare bene i conti perché le conversioni da un\'unità di misura all\'altra non sono semplici. Sicuramente riga o cartelle sono più precisi perché quello che si misura è in realtà il numero di caratteri/battute, mentre la misurazione a parole può dare risultati molto diversi, ci sono infatti più parole in 1500 battute di un testo francese che in 1500 battute di un testo tedesco. Un altro fattore da tenere in considerazione è se il conteggio viene effettuato sul testo di origine o quello di arrivo perché il \"volume di resa\" cambia a seconda delle combinazioni linguistiche.



Per cercare di raccapezzarmici ho creato alcuni convertitori in javascript, per chi volesse provarli l\'indirizzo è

http://fabiosalsi.tripod.com/converter/index.html



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Giuliana Buscaglione
Giuliana Buscaglione  Identity Verified
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Convertitori e conversione umana Nov 16, 2001

Ciao Fabio,



ho notato anch\'io la differenza, con scarto notevole rispetto al mio standard a riga. Utilizzando il count di Word 2000 mi sono ritrovata un calcolo di parole ben inferiore al lavoro svolto, di conseguenza, ho seguito il consiglio di un altro Prozy, riducendo il numero medio di parole per riga a 8. In questo modo, facendo riferimento alla tariffa a riga, riesco a raggiungere approssimativamente la somma della riga (DE>IT o IT>DE) senza \"smenarci\". Non so, dev\
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Ciao Fabio,



ho notato anch\'io la differenza, con scarto notevole rispetto al mio standard a riga. Utilizzando il count di Word 2000 mi sono ritrovata un calcolo di parole ben inferiore al lavoro svolto, di conseguenza, ho seguito il consiglio di un altro Prozy, riducendo il numero medio di parole per riga a 8. In questo modo, facendo riferimento alla tariffa a riga, riesco a raggiungere approssimativamente la somma della riga (DE>IT o IT>DE) senza \"smenarci\". Non so, dev\'essere una questione d\'abitudine e quasi quattordici anni nell\'ottica della riga, spazi inclusi, mi rendono un po\' difficile l\'entrare nell\'ottica della parola. Credo comunque che ciascuno debba fare le proprie esperienze pratiche (sbatterci il naso un paio di volte!) prima di riuscire a trovare la giusta misura...



Ho cercato di collegarmi al Tuo link, anzi fin lì ci sono arrivata, ma non sono riuscita ad entrare nelle altre conversioni... mi sa che anche Tripod ha i suoi perché di sovraffollamento come Proz



Giuliana
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Stefano Gallorini (X)
Stefano Gallorini (X)
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righe, parole, cartelle Nov 26, 2001

Ciao Giuliana,

io traduco da quasi 20 anni ormai e sono perfettamente d\'accordo con te per quanto riguarda il fatto che per noi e\' impossibile fare un preventivo sulla base del TED perche\' poi in ITA le parole sono molte di piu\'. Io lavoro principalmente per 4 agenzie. Tre sono italiane: una paga 15 sacchi a cartella (pochissimo), l\'altra 860 lire a riga (nel WordCount di Word, numero delle parole + numero dei caratteri senza spazi + paragrafi diviso 55) e l\'altra 890 lire a riga
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Ciao Giuliana,

io traduco da quasi 20 anni ormai e sono perfettamente d\'accordo con te per quanto riguarda il fatto che per noi e\' impossibile fare un preventivo sulla base del TED perche\' poi in ITA le parole sono molte di piu\'. Io lavoro principalmente per 4 agenzie. Tre sono italiane: una paga 15 sacchi a cartella (pochissimo), l\'altra 860 lire a riga (nel WordCount di Word, numero delle parole + numero dei caratteri senza spazi + paragrafi diviso 55) e l\'altra 890 lire a riga (nel WordCount di Word, numero dei caratteri con spazi diviso 55). L\'altra agenzia e\' svizzera e paga 0,80 Euro a riga. Come vedi ogni agenzia ha il suo metodo... Alla fine di ogni mese devo quindi applicare varie tariffe alle varie agenzie. Comunque quello che bisogna tentare di fare e\' lavorare con agenzie estere e soprattutto svizzere, che hanno sempre bisogno di ted-ita e che pagano molto di piu\' di quelle italiane...

Stefano
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Gilberto Lacchia
 


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Pagamento traduzioni a parola, a cartella a riga...






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